4. PM10

 

4.1 Gli effetti sulla salute umana


Classificazione e soglia di danno. «Il PM10 si può suddividere in tre frazioni granulometriche distinte a seconda del tratto di albero respiratorio dove si deposita e dove esercita effetti rilevanti ai fini della salute dell'individuo: 0,1 - 1,1 mm (alveolare); 1.1 - 4.6 mm (bronchiale); 1.6 - 9  mm (tracheo - faringe). I composti carboniosi pericolosi per effetti degenerativi hanno una dimensione fra 0,1 e 1 micrometro (cfr. § 1.2 per intervallo granolumetrico in Strada Maggiore).»

Immagine 15. Grandezza del materiale particolato.

Azione tossica. «I risultati delle indagini riflettono le più recenti evidenze in campo tossicologico e sperimentale sull'azione tossica degli inquinanti: le particelle sottili risultanti dalla combustione dei motori sono capaci di penetrare nei polmone profondo, di provocare un processo infiammatorio, di liberare mediatori chimici che causano alterazioni cardiache e circolatorie.»

Incremento delle patologie. «La tabella seguente riassume le conseguenze sulla salute dell'inquinamento dell'aria a breve e a lungo termine, ovvero l’incremento percentuale nella frequenza dei fenomeni sanitari all’aumentare di 10 μg/m3 della concentrazione delle polveri sottili PM10.»

Tabella 10. Incrementi percentuali di alcuni fenomeni sanitari in relazione ad un aumento di PM10.

Tassi di ricovero e mortalità. «Da una analisi preliminare sulla popolazione esposta all'inquinamento atmosferico da PM10 è emerso che numerose ricerche hanno indagato la relazione tra inquinanti atmosferici, mortalità e ricoveri ospedalieri, giungendo, mediante modelli matematici, a determinare numericamente l'associazione tra casi di morte o ricovero ed inquinante considerato. In particolare, sono state trovate significative associazioni tra le PM10 o PM2.5 (frazioni delle PTS) e l'incremento del numero dei ricoveri ospedalieri per patologie degli apparati respiratorio e cardiocircolatorio e del numero di morti. L'effetto, in termini di rischio, è più accentuato nella popolazione anziana.
La stima percentuale dei casi di morte o ricovero attribuibili al materiale particolato e il relativo intervallo di confidenza sono calcolati nel 3,5% (2,9%– 4%).»

Tabella 11. Patologie attribuite all’inquinamento atmosferico da materiale particolato a Bologna (OMS 2000).

Pericolosità del PM <1 μm. «Il particolato più pericoloso è quello con frazione granulometrica inferiore a 1 μm, cioè il PM1, costituito fra l'altro da metalli, silice, composti solubili, e soprattutto di composti carboniosi, pericolosi, dato il loro alto contenuto di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA)   (cfr. § 1.2 e § 5.1). Le particelle ultrafini (minori di 1 μm), che numericamente costituiscono la frazione più importante del particolato urbano (cfr. § 1.2 per intervallo granolumetrico in Strada Maggiore), raggiungono il polmone profondo, hanno un’area superficiale più estesa a parità di massa, possono penetrare più facilmente nelle cellule, sono in grado di provocare fenomeni infiammatori degli alveoli polmonari, cui seguirebbero modificazioni acute della coagulabilità del sangue ed esacerbazioni di patologia respiratoria in soggetti suscettibili.»

(fonti: Relazione sulla Qualità dell’Aria del Comune di Bologna, anni 1999 e 2001)

Immagine 16. Rappresentazione del livello di deposizione polmonare del particolato.
A seconda della dimensione granolumetrica del materiale inalato, il PM può raggiungere la faringe, la trache e i bronchi primari, i bronchi secondari, i bronchi terminali e gli alveoli.

Immagine 17. Concentrazioni di PM10 a Bologna.
L’immagine mostra le concentrazioni elaborata sulla base dei dati di traffico con Modello Impact.